










Esce in questi giorni per La Tempesta Dischi il nuovo lavoro in studio di Moltheni, un CD/EP dal titolo “Non sono come te”. Intimo, caldo, suggestivo. Seguite il link per la prima recensione e l’acquisto.
Il tour dei Tre Allegri raccontato da Davide Toffolo . Da dove è cominciato, a Pordenone nell’ aprile del 2007 al concerto di Londra del prossimo 5 ottobre.
Un viaggio nei luoghi della musica rock in Italia assieme al nostro gruppo preferito.
Parole, foto, filmati, incontri con città, altri artisti e soprattutto gente a ricostruire lo stato dell’ arte in questo impronunciabile 2007.
TRÈS! – FUMETTI PER IL TEATRO
Di Davide Toffolo
Tre storie per una rivoluzione a fumetti
Chorin, 1976. Un piccolo paese dell’America Latina. Quancosa si muove contro la Democrazia Populista che governa il paese. A scatenare la protesta però non è un guerrigliero, né un leader carismatico. La miccia è accesa da tre storie a fumetti, scritte per essere rappresentate a teatro, e dai tre attori che le incarnano: German, Derela, Coco. Proposte a fumetti per aggirare la censura, le tre storie parlano di potere, controllo e libertà, nella politica ma anche nei rapporti umani, e vengono messe in scena nelle case, nei bar, nei cinema di tutta Chorin: in breve i tre attori-autori diventano il simbolo della volontà di cambiare dell’intero paese. Dopo più di venti anni, le tre storie riemergono: a trovarle, sepolte in un giardino di Bunos Aires, è il fumettista Davide Toffolo, che decide di disegnarle e pubblicarle, raccolte sotto il titolo “Très! – Fumetti per il teatro”.
E’ il più classico degli espedienti narrativi – quello del “ritrovamento” –, ad aprire il nuovo libro di Davide Toffolo, ma per il resto “Très!” è un’opera contaminata, ibrida, già a partire dalla sua forma. Toffolo infatti divide la lettura in pagine di destra e sinistra. Nelle pagine a destra le tre storie vengono messe in scena, naturalmente a fumetti, con i tre attori che interpretano diversi personaggi. In quelle a sinistra, caratterizzate dalle tipiche righe di un quaderno, scorrono le testimonianze di German, Derela e Coco e disegni e schizzi (“ritrovati” insieme alle storie) che integrano il racconto principale e sono anche uno stimolo per i lettori che volessero mettere in scena “Très!”.
Per Toffolo, dopo i graphic novel “Carnera”, “Pasolini” e “Il re bianco”, è un ritorno alle basi della narrazione a fumetti. Perché nelle storie di “Très!” la scenografia è assente, e tutto succede in una stanza: sono solo le parole e il corpo dei tre attori a raccontare. Parole e schizzi, documenti e disegni regalano un Toffolo in gran forma, ancora pronto a cercare nuove modalità per un media, il fumetto, che a lui ha regalato molto. I linguaggi si intrecciano: teatro, fumetto, e anche politica, perché in fondo Chorin non è poi così diversa dall’Italia.
Grand Tour d’Italy.
“Non esiste sicuramente altro luogo al mondo in cui un uomo possa viaggiare con maggior piacere e beneficio dell’Italia. È la grande scuola della musica e della pittura, e in essa vi sono tutte le più nobili opere di scultura e di architettura, sia antiche che moderne… Non v’è quasi luogo del paese che non sia famoso nella storia, né vi è un monte o un fiume che non sia stato la scena di qualche straordinaria battaglia.”
Joseph Addison, 1745
Nuvolari,Libera Trubù, CUNEO
20 Giugno 2007 (foto Cecilia Ibanez)
Fra Cuneo e Podenone ci sono 560 km.
Da Cuneo a Vascon, in provincia di Treviso, 460. Ieri mattina eravamo a Pordenone, la sera abbiamo suonato al Nuvolari Libera Tribù di Cuneo e stasera suoneremo a Vascon.
Dopo il concerto, abbiamo dormito nell’agriturismo nel Parco fluviale di Cuneo.
Oltre alle camere e al ristorante c’è un maneggio dove conto 27 cavalli, tre asinelli, due cani e qualche gallina.
I cani si chiamano Raf e Truciolo.
Raf è una specie di pastore scozzese, o astraliano, molto affettuoso.
Il problema di questo cane, a detta della padrona, che avrà trentanni e da sola governa I 30 quadrupedi che vedo, è che è ruffiano. Il cane si avvicina e mostra a me e Marcella la gola con un mezzo sorriso di ruffiano.
L’altro cane è uno york shire, rasato da poco.
Marcella impazzisce, dice che vuole un cane così. Effettivamente le somiglia.
Truciolo si chiama, ma io preferisco chiamarlo Truce. Come il Klan dei romani.
Truce sta in braccio a Marcella, si fa scattare, vanitoso ed eccitato, qualche foto, poi decidere che è stufo è scende.
È un trovatello.
L’hanno tenuto lì per accontentare la bambina bionda che assieme alla mamma governa i cavalli al maneggio che vediamo dalla sala dove stiamo facendo colazione.
Quando sei in tour, anche se durante il resto della tua vita della colazione hai sempre fatto a meno, diventa un esigenza primaria.
Nella sala siamo io, GG, Marcella, Ceci. Ancora in camera Luca ed Enrico.
Il padrone racconta la storia del cane abbandonato.
La bambina pregò così forte che l’indecente padrone non si facesse mai più vivo per riscattare il cane lasciato sulla strada che il dio delle alpi gracche la esaudì e dopo travagli di vermi e acari alle orecchie vinte a suon di antibiotici, Truce divenne il secondo cane di casa.
Il tempo del racconto è sufficiente per eccitare Truce in braccio alla nostra cantate, che in questi giorni è particolarmente eccitante e farle una pisciatina sulla maglietta prima di scendere innervosito.
Marcella smadonna contro il cagnetto, si lava la pancia e cambia la canottiera.
Cerca ancora di prendere in braccio Truce che non la vuole più e le urla dietro tenedo le spalle alle scale che portano alle camere. I piedi di Enrico e di Luca spuntano dietro al cane. È mezzogiorno e mezzo.
C’è qualcosa per fare colazione?, chiedono i due morti.
Fra poco si parte per Vascon. Guida Enrico.
Viaggiamo con un furgone 9 posti, un Ducato con aria condizionata e navivatore satellitare. Noi e gli strumenti. In termine tecnico si chiama back line. Da Cuneo a Vascon passi tutta la Pianura Padana veneta in poche ore. A dirla da dentro il furgone in troppe ore. Oggi fa veramente caldo
Il FESTIVAL D’ESTATE di Vascon è nato 15 anni fa con la vocazione per il blues. Impianto ottimo, accoglienza blues.
Abbiamo già suonato qui nel 2002, assieme ai Verdena. Ricordo bene quel concerto. Lontano e vicinissimo allo stesso tempo.
Domani suonano i Linea 77 e visto che sara un day Oof, cioè un giorno di pausa fra un concerto e l’altro, quasi quasi vengo a vederli.
Suono dal vivo la stessa chitarra e siamo sempre noi. Io, GG, Enrico e Luca. Oggi ci sono anche Marcella che canta e fa la vendita della merce, Ceci che ci fotografa. Fa un caldo che non descrivo. Si parla ormai con leggerezza di cambi climatici e di innalzamento della temperatura globale e inversione magnetica e altro e questo è uno di quei giorni dove tutto ciò che si dice sembra assolutamente reale.
Prima di noi Stupido Hotel. Regalano il disco a fine concerto. La trovano una buona strategia per far circolare la musica.
Oltre alle catastrofi ambientali questi sono anni di catastrofifi discografiche. L’industria dei computer si è mangiata l’industria del disco. E i sogni sono diventati diversi.
Il concerto è buono. La gente ha voglia di giocare. Forse suoniamo meno bene di ieri sera a Cuneo, comunque abbastanza bene. Come succede da qualche tempo la gente che viene ai concerti è meglio di noi. Alla fine della serata arriva Silvia con i suoi amici. Silvia adora la musica. Arriva con due americane. Tanto ho difeso le americane in questi anni che tutto mi si rivolta contro questa sera.
Mi batto spesso contro il luogo comune che vuole gli americaani sterotipati e autoreferenziali. Ma le due ragazze texane davvero mi fanno ricredere. Si legge negli occhi che non riconoscono niente nella musica che hanno ascoltato. Allora provo con le merci. Gli regalo due spillette. Riprodotto sopra il cane messicano con la maschera che è la copertina del nuovo disco. Mi chiedono ripetutamete se si tratta di un panda.
La notte dormiamo in cuccia. A Pordenone. Un giorno di pausa e poi a Fucecchio, per il MAREA FASTIVAL. In Toscana
Hai mai visto orsi panda a Pordenone?
Si tratta del secondo singolo estratto da “La seconda rivoluzione sessuale”, l’ultimo fortunato album di Tre allegri ragazzi morti, uscito lo scorso febbraio per La Tempesta Dischi. “Un brano nato per far ballare”, per citare le parole di Davide Toffolo, “una metafora ballerina della difficoltà dell’esistere”. Affidato alla regia di Diego Lazzarin, il video racconta la storia di una ragazzo che, dopo essersi perso in un bosco, si ritrova in un villaggio fantastico, abitato da strani personaggi, nel quale, vista la sua unicità, viene messo sotto contratto dal direttore di un circo. Il video è una sorta di omaggio allo show del circo americano e ai suoi interpreti, oltre che all’immaginario del trio pordenonese: bambini lupo, fratelli siamesi, donne barbute (interpretata dalla nonna del regista), ragazze proiettile, ragazzi televisione, adolescenti zombi, uomini cane. Il tutto filtrato dal visionario obiettivo di uno dei giovani registi più sorprendenti del panorama italiano, Diego Lazzarin, già dietro alla macchina da presa per Bugo e Postal Market e vincitore dell’edizione 2005 del concorso Sony. Il gruppo mascherato si diverte a giocare ancora una volta con la propria immagine pubblica, offrendo porzioni delle proprie facce fino ad ora mai svelate, se non ai concerti. Così Davide Toffolo diventa un uomo lupo, Luca Masseroni si sdoppia ed Enrico Molteni interpreta un ragazzo con testa a forma di televisore, campione di giochi elettronici. Il video è stato girato con una tecnica sorprendente in cui la stop motion alla Tim Burton si fonde a frammenti di girato e di 3D senza soluzione di continuità. Nella lezione di Michel Gondry, Lazzarin ha dato dei Ragazzi morti una rappresentazione molto vicina alla loro versione fumettistica, perciò mai così reale.
Questo il disegno per la copertina del secondo numero di MONO edito da Tunè. Autori affermati ed esordienti assieme per raccontare la musica con i fumetti.