Grand Tour d’Italy.
“Non esiste sicuramente altro luogo al mondo in cui un uomo possa viaggiare con maggior piacere e beneficio dell’Italia. È la grande scuola della musica e della pittura, e in essa vi sono tutte le più nobili opere di scultura e di architettura, sia antiche che moderne… Non v’è quasi luogo del paese che non sia famoso nella storia, né vi è un monte o un fiume che non sia stato la scena di qualche straordinaria battaglia.”
Joseph Addison, 1745
Nuvolari,Libera Trubù, CUNEO
20 Giugno 2007 (foto Cecilia Ibanez)
Fra Cuneo e Podenone ci sono 560 km.
Da Cuneo a Vascon, in provincia di Treviso, 460. Ieri mattina eravamo a Pordenone, la sera abbiamo suonato al Nuvolari Libera Tribù di Cuneo e stasera suoneremo a Vascon.
Dopo il concerto, abbiamo dormito nell’agriturismo nel Parco fluviale di Cuneo.
Oltre alle camere e al ristorante c’è un maneggio dove conto 27 cavalli, tre asinelli, due cani e qualche gallina.
I cani si chiamano Raf e Truciolo.
Raf è una specie di pastore scozzese, o astraliano, molto affettuoso.
Il problema di questo cane, a detta della padrona, che avrà trentanni e da sola governa I 30 quadrupedi che vedo, è che è ruffiano. Il cane si avvicina e mostra a me e Marcella la gola con un mezzo sorriso di ruffiano.
L’altro cane è uno york shire, rasato da poco.
Marcella impazzisce, dice che vuole un cane così. Effettivamente le somiglia.
Truciolo si chiama, ma io preferisco chiamarlo Truce. Come il Klan dei romani.
Truce sta in braccio a Marcella, si fa scattare, vanitoso ed eccitato, qualche foto, poi decidere che è stufo è scende.
È un trovatello.
L’hanno tenuto lì per accontentare la bambina bionda che assieme alla mamma governa i cavalli al maneggio che vediamo dalla sala dove stiamo facendo colazione.
Quando sei in tour, anche se durante il resto della tua vita della colazione hai sempre fatto a meno, diventa un esigenza primaria.
Nella sala siamo io, GG, Marcella, Ceci. Ancora in camera Luca ed Enrico.
Il padrone racconta la storia del cane abbandonato.
La bambina pregò così forte che l’indecente padrone non si facesse mai più vivo per riscattare il cane lasciato sulla strada che il dio delle alpi gracche la esaudì e dopo travagli di vermi e acari alle orecchie vinte a suon di antibiotici, Truce divenne il secondo cane di casa.
Il tempo del racconto è sufficiente per eccitare Truce in braccio alla nostra cantate, che in questi giorni è particolarmente eccitante e farle una pisciatina sulla maglietta prima di scendere innervosito.
Marcella smadonna contro il cagnetto, si lava la pancia e cambia la canottiera.
Cerca ancora di prendere in braccio Truce che non la vuole più e le urla dietro tenedo le spalle alle scale che portano alle camere. I piedi di Enrico e di Luca spuntano dietro al cane. È mezzogiorno e mezzo.
C’è qualcosa per fare colazione?, chiedono i due morti.
Fra poco si parte per Vascon. Guida Enrico.
Viaggiamo con un furgone 9 posti, un Ducato con aria condizionata e navivatore satellitare. Noi e gli strumenti. In termine tecnico si chiama back line. Da Cuneo a Vascon passi tutta la Pianura Padana veneta in poche ore. A dirla da dentro il furgone in troppe ore. Oggi fa veramente caldo
Il FESTIVAL D’ESTATE di Vascon è nato 15 anni fa con la vocazione per il blues. Impianto ottimo, accoglienza blues.
Abbiamo già suonato qui nel 2002, assieme ai Verdena. Ricordo bene quel concerto. Lontano e vicinissimo allo stesso tempo.
Domani suonano i Linea 77 e visto che sara un day Oof, cioè un giorno di pausa fra un concerto e l’altro, quasi quasi vengo a vederli.
Suono dal vivo la stessa chitarra e siamo sempre noi. Io, GG, Enrico e Luca. Oggi ci sono anche Marcella che canta e fa la vendita della merce, Ceci che ci fotografa. Fa un caldo che non descrivo. Si parla ormai con leggerezza di cambi climatici e di innalzamento della temperatura globale e inversione magnetica e altro e questo è uno di quei giorni dove tutto ciò che si dice sembra assolutamente reale.
Prima di noi Stupido Hotel. Regalano il disco a fine concerto. La trovano una buona strategia per far circolare la musica.
Oltre alle catastrofi ambientali questi sono anni di catastrofifi discografiche. L’industria dei computer si è mangiata l’industria del disco. E i sogni sono diventati diversi.
Il concerto è buono. La gente ha voglia di giocare. Forse suoniamo meno bene di ieri sera a Cuneo, comunque abbastanza bene. Come succede da qualche tempo la gente che viene ai concerti è meglio di noi. Alla fine della serata arriva Silvia con i suoi amici. Silvia adora la musica. Arriva con due americane. Tanto ho difeso le americane in questi anni che tutto mi si rivolta contro questa sera.
Mi batto spesso contro il luogo comune che vuole gli americaani sterotipati e autoreferenziali. Ma le due ragazze texane davvero mi fanno ricredere. Si legge negli occhi che non riconoscono niente nella musica che hanno ascoltato. Allora provo con le merci. Gli regalo due spillette. Riprodotto sopra il cane messicano con la maschera che è la copertina del nuovo disco. Mi chiedono ripetutamete se si tratta di un panda.
La notte dormiamo in cuccia. A Pordenone. Un giorno di pausa e poi a Fucecchio, per il MAREA FASTIVAL. In Toscana
Hai mai visto orsi panda a Pordenone?
Si tratta del secondo singolo estratto da “La seconda rivoluzione sessuale”, l’ultimo fortunato album di Tre allegri ragazzi morti, uscito lo scorso febbraio per La Tempesta Dischi. “Un brano nato per far ballare”, per citare le parole di Davide Toffolo, “una metafora ballerina della difficoltà dell’esistere”. Affidato alla regia di Diego Lazzarin, il video racconta la storia di una ragazzo che, dopo essersi perso in un bosco, si ritrova in un villaggio fantastico, abitato da strani personaggi, nel quale, vista la sua unicità, viene messo sotto contratto dal direttore di un circo. Il video è una sorta di omaggio allo show del circo americano e ai suoi interpreti, oltre che all’immaginario del trio pordenonese: bambini lupo, fratelli siamesi, donne barbute (interpretata dalla nonna del regista), ragazze proiettile, ragazzi televisione, adolescenti zombi, uomini cane. Il tutto filtrato dal visionario obiettivo di uno dei giovani registi più sorprendenti del panorama italiano, Diego Lazzarin, già dietro alla macchina da presa per Bugo e Postal Market e vincitore dell’edizione 2005 del concorso Sony. Il gruppo mascherato si diverte a giocare ancora una volta con la propria immagine pubblica, offrendo porzioni delle proprie facce fino ad ora mai svelate, se non ai concerti. Così Davide Toffolo diventa un uomo lupo, Luca Masseroni si sdoppia ed Enrico Molteni interpreta un ragazzo con testa a forma di televisore, campione di giochi elettronici. Il video è stato girato con una tecnica sorprendente in cui la stop motion alla Tim Burton si fonde a frammenti di girato e di 3D senza soluzione di continuità. Nella lezione di Michel Gondry, Lazzarin ha dato dei Ragazzi morti una rappresentazione molto vicina alla loro versione fumettistica, perciò mai così reale.
Questo il disegno per la copertina del secondo numero di MONO edito da Tunè. Autori affermati ed esordienti assieme per raccontare la musica con i fumetti.
Gruppo: GIORGIO CANALI & ROSSOFUOCO
ArtWork: Andrea Forlani
Fotografie: Katya Valentini
Etichetta: La Tempesta
Codice catalogo La Tempesta Dischi: 013
Codice catalogo Universal: 3001799
Formato: CD
Durata totale: 44′ 54″
Numero tracce: 10
Data di uscita negozi: 11 Maggio
Distribuzione: Universal
Prezzo consigliato: €. 12,90
BIOGRAFIA GIORGIO CANALI (PREDAPPIO 1958)
Verso la fine degli anni settanta è la voce di varie formazioni punk dell’area romagnola tra le quali spicca POTEMKIN. Poi, all’inizio degli ottanta, con l’avvento delle nuove tecnologie (M.I.D.I. e PCM) comincia ad appassionarsi alla musica elettronica, dando vita a diversi progetti multimediali che culminano nella fondazione di POLITRIO, un trio formato da due umani e una macchina musicale complessa. L’approccio al lato tecnologico della musica lo porta a collaborare in qualità di tecnico del suono con gruppi come PFM, LITFIBA e CCCP – Fedeli alla linea, con i quali registra, una mano alla chitarra e l’altra al mixer, l’ultimo album Epica Etica Etnica Pathos.
All’inizio degli anni novanta si trasferisce in pianta quasi stabile in Francia. L’incontro con Noir Désir è l’inizio di una collaborazione che dura qualche anno, qualche tour e qualche migliaia di chilometri, perché, nel frattempo nasce, dalle ceneri di CCCP, il CONSORZIO SUONATORI INDIPENDENTI (CSI) e Giorgio viene chiamato ad essere l’altro chitarrista del gruppo.
Nelle ardue traiettorie tra Italia e Francia e tra CSI e PGR in seguito, nel 1998, Canali dà il via alla sua carriera solista con l’album Che fine ha fatto Lazlotòz? (pubblicato in Italia da Sonica e distribuito oltralpe da Jour et Nuit con il titolo di 1000 Vietnam), seguito nel 2002 da Rossofuoco (uscito per Gammapop).
Entrambi i dischi contengono canzoni scritte in italiano e in francese. Il terzo album, tutto in italiano è, invece, Giorgio Canali & Rossofuoco (il cui titolo originario è però rappresentato dalla freccia disegnata in copertina), uscito nel 2004 per La Tempesta Dischi. Il nuovo album, il quarto della serie, si chiama Tutti Contro Tutti (La Tempesta 2007) ed è distribuito da Universal.
Non accontentandosi di essere musicista e cantante, negli anni ha rivestito spesso i panni del produttore artistico – tra i dischi da lui prodotti l’omonimo esordio dei Verdena (1999) e Sguardo contemporaneo di Bugo (2006) – collaborando con gruppi italiani e stranieri quali Marlene Kuntz, F.F.F., Corman & Tuscadu, Timoria, Yo Yo Mundi, Tre Allegri Ragazzi Morti, Virginiana Miller, Melt, Wolfango, Santo Niente, (P)neumatica, La Place, Quinto Stato, Zen Circus, L’Upo, Circo Fantasma, Macromeo, Dyonisos, Mush, A Suble Plague, PuntoG, Despondents, Hic Niger Est.
ROSSOFUOCO
È il gruppo che accompagna Giorgio in studio e in concerto sin dal secondo album. Si tratta di una band vera e propria, che sta all’origine della composizione della musica, non trattandosi di meri esecutori ma di musicisti creativi che infondono al progetto un suono inconfondibile.
Rossofuoco sono: Claude Saut, già voce e basso al femminile di Corman et Tuscadu, Luca Martelli, motore ritmico e batterista Marco testadifuoco Greco, chitarrista.
TUTTI CONTRO TUTTI
“…non so se mettermi a sparare, spararmi o fingermi morto…”
Il nuovo album di Giorgio Canali, il quarto della sua avventura solista, è se possibile ancora più duro e spietato dei suoi predecessori.
È un condensato di rabbia e desolazione sputate fuori al suono di un rock incendiario e viscerale, con testi caustici, magistrali nel tracciare il ritratto di una società ridotta in miseria. Se il precedente lavoro, del 2004, era ben rappresentato da un brano come Precipito, una sorta di dolorosa invettiva in caduta libera alla velocità di 70 metri al secondo, TUTTI CONTRO TUTTI racconta assai bene il dopo-precipizio, ossia come ci si sente quando, dopo il volo e la caduta, ci si rialza trovandosi nel buio di un pozzo.
È un viaggio al termine di questa notte che è il presente, dal fondo della quale si invoca – inutilmente – un’Apocalisse, e che invece condanna ognuno di noi ad essere, più o meno volontariamente, suo protagonista o spettatore. Sono lettere spedite da un fronte interno, da una linea Maginot ormai immaginaria e sempre più difficile da difendere, perché alzata a difesa dei propri pensieri e della propria indignazione nel quotidiano TUTTI CONTRO TUTTI che ci circonda.
Xenofobia, razzismo, integralismo, pornografia dei sentimenti, arrivismo, riciclaggio di uomini e di capitali sporchi, qualunquismo assurto a valore, sciacallaggi di varia natura, conati di neonazismo sempre più evidenti (Swiss hyde, Alealè): questa la società che ci circonda nel continuo presente del suo manifestarsi, nell’abbraccio mefitico del suo ballo (Falso bolero) che sembra farci salire ma in realtà ci trascina sempre più a fondo. Oggi cade un pezzo di civiltà, una conquista del pensiero, come fossero tegole dal tetto; domani un altro pezzo, e poi ancora: bisogna solo stare attenti a non starci sotto, per non farsi male. Dopo, sarà più facile dimenticare, per (quasi) tutti.
Giorgio Canali non dimentica (Settembre, aspettando, testo di Bertrand Cantat dei Noir Desir adattato in italiano). Ci pensa ancora, ci pensa sempre, come racconta bene questo album fatto di canzoni caustiche, che non lasciano a chi ascolta il privilegio ipocrita di rifugiarsi in un qualunque lieto fine, ma solo – casomai – di desiderarlo.
Non esiste Dio (Non dormi), niente arriverà a liberarci da questo sortilegio che fa invariabilmente propendere le cose per il peggio. C’è solo, a tratti, una voglia disperata che tutto finisca. Si invoca, dolenti, almeno una tregua.
La rabbia, una rabbia possente, atavica, ruggente, fa il resto e permea di sé questo disco, aprendolo (Verità, la verità) e chiudendolo (Il ballo della tosse), non senza prima aver dato sfoggio di se in quasi ogni brano che lo compone (Canzone della tolleranza e dell’amore universale, Piccoli mostri crescono, oltre agli altri brani citati sopra) e che si ritira un solo momento, per lasciare spazio ad un autoritratto dell’artista (Comequandofuoripiove) tirato ed emotivamente instabile, cantato a brutto muso.
TUTTI CONTRO TUTTI è un disco cruciale come lo sono i tempi in cui viviamo. Giorgio Canali dice tutto, e bene, e lo dice al suono del suo rock migliore: come quando ho torto, come quando ho ragione, come quando canto e mi strozza l’emozione. Ascoltatelo. E proteggetelo. Registrato nell’inverno a cavallo tra il 2006 e il 2007, al Natural Head Quarter di Ferrara, Tutti contro Tutti, uscirà il prossimo 4 maggio per La Tempesta Dischi, label di proprietà di Tre Allegri Ragazzi Morti, con distribuzione Universal. Ad affiancare Giorgio Canali nella scrittura dei brani, ci sono ancora una volta i Rossofuoco, band che da anni segue lo storico chitarrista degli ex CSI ora PGR, sia on stage che in studio.
LA TRACK-LIST… SECONDO GIORGIO CANALI:
TUTTI CONTRO TUTTI è il ritornello di una canzone, la canzone della tolleranza e dell’amore universale che, a dire il vero, avrebbe potuto chiamarsi canzone dell’ignoranza e del pregiudizio generalizzato ma, questa, è un’altra questione.
TUTTI CONTRO TUTTI è la fotografia di una situazione storica precisa, quella attuale, in cui ogni appartenenza ad una etnia, ad uno stato sociale, ad una civiltà, ad un credo, ad una passione ad una organizzazione ad una categoria e, via col vento, diventa motivo di scontro, spesso cruento, qualche volta epocale…
TUTTI CONTRO TUTTI è il titolo di questo album di ROSSOFUOCO, è un titolo che mi porto dietro da anni (doveva chiamarsi così già il secondo album di POLITRIO quasi finito nel 1988 poi, per i soliti motivi di disorganizzazione, che chi fa musica conosce, mai uscito) e questo fa capire come il mondo faccia clamorosamente finta di cambiare ma resti la stessa merda in fotocopia di sempre, perché le ragioni che mi spingevano a rubare questa espressione alle partite di calcetto individuale della mia infanzia per adattarle all’attualità, erano le stesse di oggi. TUTTI CONTRO TUTTI inizia con la verità e finisce con la tosse, inizia con la rabbia e finisce con la stessa rabbia, nel tempo ci hanno insegnato che il riciclaggio è un dovere morale.
Verità, la verità
Il senso della ricerca della verità è nella dedica di questo album: A Federico Aldrovandi 1987-2005 (dedica che si estende anche alla gente di Verità per Aldro – http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it). La lunga filastrocca finale sulla rabbia è la conseguenza naturale delle troppe volte che la verità non è quella con l’iniziale maiuscola.
Falso Bolero
Il bolero è la danza del Sistema, l’incedere lento e inesorabile del Potere, in molti casi buffo e giocoso come una rumba, perché la gente, per non rompere i coglioni a chi comanda, deve divertirsi… e balla bimba…
Alealé (coule la vie)
È la traduzione aggiornata di una canzone in francese già presente, con un altro arrangiamento, su Che fine ha fatto Lazlotoz? (1998). È un testo scritto a testa in giù.
Piccoli mostri crescono
Parafrasando Louise May Alcott, è un’occhiata distratta al pericolo che da sempre incombe su di noi: la maggioranza silenziosa… quella che poi determina chi ci deve comandare… siamo circondati e, anche se talvolta sembra che il sole arrivi poi, comunque, se ne va di nuovo…
Non dormi
Inquietudine notturna. La risposta più facile la si trova, come un modulo prestampato, nella religione. Credere in Dio, proprio Quel Dio in cui credono tutti quelli che ti stanno attorno e non in un altro, è sintomo di pigrizia.
Swiss Hyde
Il mostro che ognuno ha dentro di se. La violenza imprigionata e silente dentro di noi, che ogni tanto esplode cieca e finisce sulle pagine di cronaca, io preferisco esorcizzarla preventivamente snocciolandola sopra un ritmino di mezzo twist sfigato… non penso che mi troverete ammanettato sul Resto del Carlino perché ho dato fuoco all’arpia nazi-leghista che, dal piano di sopra, mi allaga il terrazzo ogni volta cha annaffia i suoi gerani di merda.
Canzone della tolleranza e dell’amore universale
Tutti contro tutti, null’altro. È l’ennesimo omaggio musicale di Rossofuoco a Gun Club.
Settembre aspettando (septembre en attendant)
È una canzone di Noir Désir sulla maniera in cui una tragedia vicinissima ma distante come la guerra jugoslava ci può attraversare l’anima. Bellissima, io ho solo adattato il testo alla lingua italiana.
Comequandofuoripiove
È un hard-boogie con un frullato di me… senza latte (non è un milk-shake).
Il ballo della tosse
Non sopporto che qualcuno mi obblighi a morire di vecchiaia, men che meno lo Stato… le scritte minatorie sui pacchetti di sigarette, la cintura di sicurezza, il casco, i preservativi… saranno bene cazzi miei… la rabbia finale ci sta bene, serve a chiudere il ciclo: dal prossimo album sarò gradevolmente ottimista, solare e, soprattutto, tranquillo.
DISCOGRAFIA
Giorgio Canali
· Che fine ha fatto Lazlotòz – Sonica 1998 distribuzione Polygram
· Rossofuoco – Gammapop 2002 distribuzione SELF
· Giorgio Canali & Rossofuoco – La Tempesta. 2004 distribuzione Venus
· Tutti Contro Tutti – La tempesta 2007 distribuzione Universal .
Giorgio Canali con POLITRIO
· Effetto Eisenhower – rockgarage – p.e.a.c.e. 1986
Giorgio Canali con CORMAN et TUSCADU
· Pestacle FNAC music France 1992
· Jaune et Noir CPI Sonica 1994
Giorgio Canali con CCCP
· Epica Etica Etnica Pathos, Virgin, 1990
Giorgio Canali con CONSORZIO SUONATORI INDIPENDENTI (CSI)
· Maciste contro tutti (con Üstmamò e Disciplinata, 1993)
· Ko de mondo (1994)
· In quiete (1994)
· Linea Gotica (1996)
· Tabula Rasa Elettrificata (1997)
· La terra, la guerra, una questione privata (1998)
· Noi non ci saremo, vol. 1 (2001)
· Noi non ci saremo, vol. 2 (2002)
Giorgio Canali con PER GRAZIA RICEVUTA (PGR)
· Per grazia ricevuta (2002)
· Montesole 21 giugno 2001 (2003)
· D’anime e d’animali (2004)
CONTATTI
Band: http://www.giorgiocanali.it – [email protected]
Management: Dora Fanelli – Mob. +39 348 7620742 – [email protected]
Press Office: www.redpromopress.com – [email protected]
Etichetta discografica: www.treallegriragazzimorti.it/latempesta
I tempi cambiano. Da oggi potete comprare i dischi dei Tre Allegri (e un po’ alla volta ci troverete tutti i titoli de La Tempesta) con un solo clic, grazie all’iTunes Music Store. Ci trovate La seconda rivoluzione sessuale, Il sogno del gorilla bianco, La testa indipendente e Piccolo intervento a vivo, tutti a €9,99. La qualità audio è buona, provare per credere, cliccando sull’icona qui sopra. Sotto, invece, trovate un piccolo sampler delle ultime uscite de La Tempesta Dischi.
L’Associazione “Amici di Bambi” comunica che venerdì 20 aprile alle ore 21:00 nella sede dell’associazione (in Via delle Risorgive, 3 a Porcia) ci sarà l’incontro di “… Ascolta! Si fa sera…”, il primo meeting di ascolto collettivo di vinili, con Davide Toffolo. Il fumettista e membro dei Tre Allegri Ragazzi Morti introdurrà l’ascolto di “Remain In Light” (1980) dei Talking Heads. L’ascolto durerà 46 minuti circa, la durata media di un LP… alla fine seguirà dibattito!
Trovate tutto su http://www.amicidibambi.org/
Dentro Xl dieci disegnatori della scena italiana raccontano la città a loro modo.
Bacini e Rock & Roll
Sul numero prossimo di ROCKIT MAG qualcosa che ci riguarda. Cercatelo.
La mia più luminosa invenzione a fumetti tornerà presto in edicola nell’ inserto a fumetti IUK di XL dal mese di Aprile.
5 allegri Ragazzi Morti, una metafora dell’ occidente, il mio modo di intendere la serialità a fumetti, il mio debito con le letture di quando ero ragazzino.
Il fumetto dal quale hanno preso il nome i TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI.
Un cane (con la maschera!) che si morde la coda. Lingua e segni che assomigliano molto alla nostra musica.
Lo annuncio qui, nel mio blog. I Ragazzi Morti sono tornati!