Qualche mese fa Enrico, dovendo sostenere un esame per il suo corso di laurea in ‘Scienze della comunicazione’ presso la facolta’ di lettere a Trieste, venne a contatto con un poeta che lavoro’ con il cinema. Pier Paolo Pasolini.
Io ed Enrico siamo legati da una parola, un ossimoro precisamente : TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI (come i fratelli siamesi ma a differenza di loro noi siamo in tre…e se il nome deriva dal fatto che i due erano originari del Siam, potremo noi tre chiamarci con il neologismo, fratelli friulani…o pedemontani…o pordenonesi) e cosi’ che la comunicazione fra noi non avvine solo attraverso le parole ed Enrico mi viene a dire con le parole e anche con altro che, dentro Pasolini c’e’ qualcosa che lui riconosce mio.
Ma di Pasolini conosco poco, anzi, quasi niente. Che cosa mi vuole dire Enrico?
E cosi’ e’ che mi sono imbarcato nel viaggio che mi vede ora sulla strada della realizzazione di
un qual’cosa. Il progetto ha un nome: “Intervista a Pasolini”.
Perche’ questo e’ il mio modo di conoscere, e voi gia lo sapete. Disegnare.
Le cose ti chiamano ogni tanto. Non vorrei sembrare sciocco ma a me succede cosi’.
Entro in libreria e mi faccio chiamare dai libri. Quando compero i disci va di solito peggio
e spesso compro cose non entusiasmanti, ma con i libri ho piu’ sintonia.
Se stai sveglio con questa parola chiave in testa, Pasolini, senti che e’ un nome fortemente presente …tanto per cambiare la settimana dell’ “illuminazione” (perche’ cosi’ io descrivo la scintilla che porta alla scrittura) nella mia radio preferita, Radio 3, hanno realizzato un documentario di 5 giornate sui ‘luoghi pasoliniani’ con documenti registrati della gente che l’ha conosciuto. Comunque il suo fantasma si muove ancora nella cultura occidentale. Dentro le case degli studenti per esempio, giovani e pronti ad ascoltare. Pronti a riconoscere maestri (e quanto piaceva insegnare a Pasolini!). La voce del poeta arriva, magari attraverso i suoi film…e questo mi e’ capitato. Vado a casa di Enrico, a Trieste, dove vivono come gatti randagi alcuni ‘studenti modello’, non perche’ siano particolarmente diligenti, quanto perche’ sembrano dei “modelli” di “studente fuorisede” (e non vorrei sembrare offensivo). Comunque raccontavo che, in questa casa, fra una playstation e un aperitivo, la voce di Pasolini esce ancora dalla bocca di Orson Welles con il suono di quella di Giorgio Bassani, in perfetto sincrono, per pronunciare parole chiave, come broghesia, orrore, poesia…contestazione. Vado a dormire con queste parole nella testa, ascoltate in un intervista televisiva disponibile sulla raccolta video pubblicata da Einaudi “Paolini racconta Pasolini”: “Un autore e’ sempre una contestazione vivente, contro lo stato, contro l’istituzione, contro il senso comune”…Enrico mi ha aperto una porta e io ci sono entrato.